Quom3, creatività e ironia: pubblicità made in Sassari
19 GENNAIO 2017
Dieci anni di un’agenzia di pubblicità sassarese. Creatività e promozione in una regione che sembra non uscire mai dalla glaciazione della crisi. Eppure, nonostante tutto, la Quom3 di Sassari festeggia i suoi primi dieci anni di successi «anche se in tanti, all’inizio, ci consigliarono di lasciar perdere» sottolinea Alberto Deiana che con Paola Governatori è direttore creativo e fondatore dell’agenzia.
Un libro per festeggiare. Festa di compleanno con un libro – il cui ricavato andrà all’associazione Mondo X di padre Morittu – che raccoglie le campagne più celebri della Quom3 e che elenca, ringraziandole, le professionalità locali – tra fotografi, grafici, illustratori, esecutivisti, videomaker, web designer ecc.– che l’agenzia ha messo in moto. Un libro pieno di ironia, con quel lieve spostamento del senso che ha contraddistinto il lavoro di Deiana e Governatori. A partire dal titolo: “Pensavo l’avessero fatta fuori. Come fare pubblicità in Sardegna ed essere ancora vivi”, che la dice lunga su l’autostima che spesso i sardi hanno di loro stessi, la paura – condivisa da tutti i provinciali però – che il meglio arrivi sempre da fuori. Ironia e non piagnisteo perché la copertina è accompagnata dalla classica fascetta gialla: “Il grande successo del momento” e la precisazione, in piccolo, “ok qualcuno ha sbagliato a mettere questa fascetta”. Prefazione entusiasta di Gavino Sanna: «sono orgoglioso che abbiano chiesto a me di scrivere la prefazione, so poco di pubblicità anche se ho lavorato per quasi quarant’anni nella comunicazione, ma non nella pubblicità, per le Poste Italiane», perché Gavino è lo zio di Alberto non il grande pubblicitario, a cui vanno i ringraziamenti «ci ha fatto innamorare di questo lavoro».
Il volto dell’azienda. Per Alberto Deiana l’ironia è lo strumento prediletto «farei tutto così – confessa –. E invece bisogna lavorare tanto col cliente, cercare il volto vero della azienda, per poi raccontarlo. E quando questa immagine si scopre, e si presentano le prime idee, è come sentire la propria voce al registratore, si rimane un po’ sconvolti, “io sono davvero così?” il primo pensiero del cliente». Una costruzione dell’immagine che ha un esempio vincente nella campagna, premiata, per la Cantina di Santa Maria la Palma. Cantina che a qualcuno poteva sembrare un po’ cenerentola senza i titoli nobiliari. Ma “per fare grandi rossi non serve il sangue blu” recitava lo slogan, dentro la barocca cornice dorata intorno al ritratto di un vero, orgoglioso contadino e socio della cooperativa. «Quella campagna è stata la prova che questo mestiere si può fare anche in Sardegna – risponde Deiana –. Che anche qui si trovano clienti capaci di capire e rischiare con idee al di fuori dagli schemi, insieme abbiamo avuto solo il coraggio di dire la verità. Oggi il linguaggio della pubblicità è chiaro persino a un bambino, bisogna percorrere strade nuove per catturare l’interesse e far diventare anche la pubblicità intrattenimento».
Fantasia e innovazione. Un mondo che è radicalmente cambiato. «Oggi la pubblicità si è trasformata – conferma Paola Governatori –. Il compito delle agenzie è aiutare i clienti a creare relazione fra il consumatore e il brand. Inoltre sono aumentati i media, il web è parte integrante della vita di ognuno di noi. Questo un sistema di comunicazione più complesso rispetto al passato». E poi c’è l’eterna ricerca dell’immagine unica, di un brand, per la Sardegna. Operazione che invece sembra mutare e contraddirsi a ogni cambio di governo regionale. La Quom3 ha portato il pecorino (uno dei marchi più celebri) a Milano, con una campagna di successo. Una sit-com sul web, una compagnia teatrale itinerante, grandi poster: la città è stata invasa dal più classico dei prodotti sardi.
L’immagine dell’isola. Eppure sembra sempre difficile allungare la stagione turistica, far diventare immagine attraente il patrimonio storico e culturale dell’isola. Per i due creativi la soluzione è da dove si parte. «La comunicazione turistica in generale, non deve avere solo il turista come target di riferimento ma anche il cittadino di quel territorio per renderlo partecipe dei suoi valori e protagonista dell’accoglienza» rispondono Alberto e Paola.
Insomma ci dobbiamo piacere noi prima di convincere gli altri. Spostamento di target lieve ma fondamentale, e viene in mente la campagna di affissioni per il Comune: «Sassari è una città viva». Nei grandi poster i monumenti della città erano impegnati a godersi il bello che Sassari offre: Vittorio Emanuele guardava un quadro e Pasquale Tola si godeva il pop corn davanti a un film.
Prospettive nuove. «Amo sentirmi come un fotografo che sposta la visuale e ci fa vedere le cose in un modo nuovo – racconta Deiana –. Quella campagna ebbe un notevole successo e ci furono parecchi sassaresi che ci dissero “belli davvero i poster, ma perché non avete usato delle statue di Sassari?”». Quando si dice riuscire a far vedere le cose in un modo nuovo.